Lima, una capitale da scoprire e da…gustare!

Il primo impatto con Lima, capitale del Perù, è stato duro: 10 milioni di abitanti significano strade affollatissime e smog ai massimi livelli. Arrivati in aeroporto verso le 18.30, abbiamo preso l’autobus blu Airport Express che con 8 dollari porta al quartiere di Miraflores, quello dove solitamente soggiornano i turisti perché più sicuro. É un pullman moderno, pulito, comodo e con wi-fi a bordo. Lo consiglio se si arriva di notte, mentre se arrivate o partite di giorno, esiste un bus locale molto più economico, il 18 Las Flores, che con 2 soles (circa 0,25 cent) vi porta in aeroporto o a Miraflores e noi ci siamo trovati molto bene, è solo decisamente più pieno dell’altro, che viene usato esclusivamente dai turisti. Entrambi impiegano minimo 1 ora per raggiungere la destinazione, tenetelo a mente quando organizzate gli spostamenti, soprattutto dopo le 16.30, quando il traffico si fa intensissimo. Se potete, evitate i taxi, sono sicuramente più costosi e meno affidabili.

Abbiamo soggiornato al Backpacker’s Family House, ostello con personale molto accogliente e gentile, ci siamo trovati molto bene anche per la posizione, e ci siamo tornati per la nostra ultima notte a Lima prima del rientro in Italia.

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Veniamo, però, al dunque: che cosa fare e vedere a Lima? Il primo giorno abbiamo fatto una passeggiata dall’ostello al “lungomare” su una specie di scogliera, dove hanno costruito un bellissimo e grande parco con pista ciclabile, attrezzi per allenarsi e aree verdi tenute alla perfezione. Qui gli abitanti di Miraflores vengono a correre e rilassarsi con amici, fidanzati e i propri animali domestici. Per me è stato amore a prima vista, un’oasi rilassante nel caos della città. Il parco prosegue fino a dopo il centro commerciale Larcomar, moderno ed elegante. Abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino al quartiere Barranco, passando dal Ponte dei Sospiri, per raggiungere la nostra meta, il ristorante stellato Central, dove ci aspettava un’esperienza culinaria intensa. Qui devo aprire una parentesi: forse non lo sapete, ma Lima è famosa per la sua cucina e per i ristoranti stellati. Il Central Restaurante è stato definito nel 2016 il migliore ristorante dell’America del sud e il quarto del mondo. Ora, dopo aver speso 150€ di pranzo megagalattico (16 portate), ecco le mie considerazioni: sicuramente è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita, perché certi sapori, accostamenti e presentazioni dei piatti in altri ristoranti ce li sogniamo; un luogo perfetto è il Perù, dove la scelta è ampia (avremmo voluto provare il Maido, ma era tutto pieno) e i prezzi più contenuti rispetto all’Italia o all’Europa; 16 portate sono tante, ma i piatti sono quasi tutti degli assaggi, quindi si può fare; non abbiamo fatto l’abbinamento con i vini, ne abbiamo scelti due alla carta, altrimenti saremmo usciti piegati, ma c’è anche questa possibilità, come anche quella di abbinare ai piatti bevande analcoliche; alcune portate sono state una rivelazione, altre ci hanno nauseato parecchio. Il Central è sicuramente un ottimo ristorante, se dovessi dare un giudizio da 1 a 5 darei 4, per la violenza di alcuni accostamenti e perché il cortile esterno non è molto curato e trovare il ristorante è stato difficile, in quanto sprovvisto di insegna. Da un ristorante stellato e straconosciuto mi aspetto il massimo. Vi lascio alcune foto:

 

La sera siamo andati al Parque de la Reserva a vedere il circuito magico dell’acqua, spettacolo con fontane illuminate da luci colorate i cui getti cambiano a suon di musica: davvero stupendo! E costa solo 4 soles (poco più di 1 €).

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Parque de la Reserva e il circuito magico dell’acqua

Il giorno seguente abbiamo fatto un free walking tour del centro città. Consiglio questi tour perché sono “gratuiti”, si lascia una mancia volontaria alla fine, durano 2-3 ore e si cammina parecchio. Spesso si trovano persone appassionate che, per guadagnare qualcosa in più, si danno davvero da fare e impreziosiscono il tour con aneddoti e curiosità, altre volte il servizio che offrono non è pienamente soddisfacente, ma dopotutto siamo noi a decidere quanto pagare. Ogni grande città in Perù ha una Plaza de Armas, che solitamente è la piazza principale, grande e circondata da edifici come chiese, cattedrali, edifici in stile coloniale e portici. A Lima gli edifici principali sono quasi tutti di colore giallo, per contrastare con il grigio del cielo (la pansa de burro, pancia dell’asino): l’inverno nella capitale è contrassegnato da un’aria carica di umidità, che si alza dall’oceano e rende il cielo grigio e pesante, e a volte cade una pioggerella fine e fastidiosa. Al termine del tour abbiamo provato il famoso pisco sour, cocktail a base di pisco, limone e chiara d’uovo, davvero buonissimo! Ma bere a stomaco vuoto non va bene, allora ci siamo fermati in un ristorantino a mangiare il ceviche, piatto tipico peruviano, pesce crudo marinato nel lime e piuttosto piccante. A me è piaciuto molto, anche se mi fa sempre paura mangiare cibi crudi all’estero, ma non ho avuto alcun problema 😉 Prima di rientrare in ostello, stanchi per aver girovagato tutta la mattina, siamo passati dal parque Kennedy, dove soggiornano tantissimi gatti: li si trova ovunque, nelle aiuole, sulle panchine, appollaiati sulle gambe di qualche umano o addirittura sugli alberi! Sono dei bei gatti, ben tenuti e curati, gli abitanti di Lima li amano 🙂

Plaza de Armas

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Parque Kennedy

La sera ci piaceva passeggiare per le vie più lussuose di Miraflores e osservare le case con le ampie vetrate che davano sul mare, in questi palazzi di nuova generazione dove tutto è pulito e perfetto, almeno all’apparenza, anche se circondato da filo spinato. Tutto questo lusso contrasta con le favelas che si possono osservare dal centro di Lima: l’attuale amministrazione ha costruito delle grandi scalinate di ferro gialle per permettere agli abitanti di muoversi più facilmente tra le “vie” e raggiungere le case abbarbicate sulle colline che circondano la città. Esistono anche alcuni tour operator che organizzano visite del quartiere Villa El Salvador, uno dei più poveri della capitale, per vedere più da vicino come vive la popolazione, e parte degli introiti finanziano progetti che mirano a migliorare la vita di queste persone. Il tutto, assicurano, avviene in totale sicurezza.

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Favelas sullo sfondo

Vorrei concludere questo breve tour con un ultimo consiglio culinario, giusto per togliervi qualsiasi dubbio sulla mia passione per il cibo: se siete amanti del sushi, assaggiatelo a Lima, vi assicuro che è una prelibatezza!

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Non vi viene voglia di addentarne un pezzo? 😛 A me sì!!

Siamo tornati a Lima il giorno prima di lasciare il Perù, e devo dire che l’impatto è stato diverso dal primo: dopo un lungo viaggio a diverse altitudini, e dopo aver visitato la parte di Cusco, la più turistica del Perù, un po’ di sana vita cittadina dove i turisti passano quasi inosservati è stato un toccasana. Anche il sole che è spuntato il giorno della partenza ci ha riscaldato il cuore, come un diavolo tentatore che cerca di ammaliarti e farti passare la voglia di partire. E il mare, ma soprattutto essere tornati al livello del mare è stato un regalo meraviglioso.

 

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